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Francesco Pone

Mi presento, sono Francesco Pone pizzaiolo napoletano di anni 34. Ho mosso i primi passi nella culla della pizza napoletana, VIA TRIBUNALI, dove mi sono distinto nel ruolo di fornaio, sfornando migliaia di pizze al giorno. Con la fame di crescere ed imparare ho cominciato a studiare i processi di panificazione, facendo dei corsi ed in uno dei questi ho conosciuto quello che è stato il mio maestro più importante, Diego Vitagliano. Non ero ancora un pizzaiolo completo ma la mia forte maestria del forno mi apri le porte nella sua realtà. Spalla a spalla con lui ho fatto un esperienza d’oro, ma avevo fame e volevo correre da solista. Ho lasciato quella che allora era la sua prima pizzeria, per cominciare la mia prima avventura da Chef di pizzeria, un’apertura nel centro di Napoli. Ho girato abbastanza. Quando sentivo che le mie sfide erano finite, dovevo andare, ma nonostante ciò, ho un rapporto bellissimo con tutti i miei ex datori di lavoro, e questo perché sono sempre stato onesto e diligente. Sono loro i miei primi tifosi. Quando mi sentii pronto, accettai una sfida importante, tornai da pizzaiolo dove avevo cominciato la storia con il mio maestro Diego. 18 Archi si chiamava il locale, bellissimo con vita sul golfo di Pozzuoli. Mi misi alla prova. Fu una grande soddisfazione ma non era ancora il momento di fermarmi e così via nell’Alto Casertano. Terra dei grandi nomi. Il triangolo delle bermuda per un ragazzo di manco 30 anni. Dopo 6 mesi, vinsi Pizzaiolo Emergente Campania e prima menzione nella guida Gambero Rosso con 2 Spicchi ma non era tutto, perché decisi di fare esame da privatista per AVPN. Desideravo cucirmi sul petto quel simbolo che in Via Tribunali era tanto ostentato, ed anche se non rispecchiava la tipologia di pizza che in quel momento lavoravo, era per me importante unirmi a quell’associazione nella quale hanno militato tutti i più grandi pizzaioli del panorama napoletano, il mio maestro compreso. Lo superai con 100 su 100 allo scritto ed una grande pacca sulla spalla nella prova pratica dal vicepresidente Massimo di Porzio. Fu’ proprio mei giorni seguenti a quell’occasione che un gruppo di imprenditori dell’agro nolano cominciò a corteggiarmi. Ne passarano altri 10 di mesi e i km per andare e tornare da lavoro, circa 180 al giorno, cominciarono a causarmi grande fatica. Non riuscivo più a fare ne il papà e tantomeno il marito. Decisi di accettare. Anno 2019, progetto milionario e grande palcoscenico. Ero sorpreso, ma non troppo, dopotutto ho imparato nel corso del tempo che il duro lavoro ripaga sempre ed unito alla consapevolezza di avere un obiettivo, per quanto grande possa essere, diventa una miscela esplosiva. Cominciammo col botto, brigata di 13 persone tra pizzaioli e friggitori, 2 forni più 1 per il senza glutine. Un successoMaggie la Capricciosa in 2 mesi si affermò sul territorio con una pizza che era lo specchio della mia maturità e del mio percorso fino ad allora. Ruota di canotto la chiamavo simpaticamente. Un impasto studiato per essere digeribile, ma presentato come la classica ruota di fatto napoletana. Dopotutto perché no. Sono napoletano doc, di Napoli centro, ed a casa mia la pizza se non usciva dal piatto il popolo, i clienti, non la accettavano. L’impasto però come ho detto, era frutto della mia esperienza da “canottista” riadattato per una stesura da Via Tribunali. Lo misi appunto insieme a Luigi Castaldo, scomparso qualche anno fa, maestro della scuola Dolce e Salato e altro mio grande pilastro lavorativo. Tutto andava alla grande ma la vita aveva in servo per me una sorpresa così grande che è stato il mondo intero a scartarla. Marzo 2020, COVID. A sei mesi dall’apertura arriva il mostro e tutti casa. Tempi difficili in cui il mondo è cambiato e anche io. Maturai l’idea di andare via da Napoli perché non mi sentivo più protetto, le amministrazioni pubbliche ci abbandonarono a noi stessi e sono rimasto a casa senza percepire un centesimo dalla cassa integrazione nonostante ero in possesso di un contratto di lavoro regolare. Non mi sentivo più il pilastro per la mia famiglia, il mio primo motivo di forza al mondo. Cominciai a inviare Cv in Svizzera, paese dove tanti della mia famiglia sono cresciuti e del quale nella mia vita ne ho sempre sentito l’odore. Le referenze erano buone e non tardò ad arrivare la chiamata di lavoro. Un paesino della Svizzera interna di cui non sapevo pronunciare nemmeno il nome. Ero a conoscenza della tipologia di pizza che facevano da quelle parti ma fui chiaro con la proprietà dicendogli che avrei accettato solo a condizione che avrei potuto portare avanti la mia idea. Accettarono e mi diedero Ottobre come scadenza massima per cominciare. Mi presi del tempo per riflettere, dopotutto avrei dovuto lasciare la mia famiglia. Tornato a lavoro, dopo la clausura, grande fu la mia soddisfazione nel vedere che la gente non aveva dimenticato l’indirizzo per mangiare una buona pizza, ma questo non basto a fermare la macchina dei “tagli” che si era messa in moto per mietere chi già aveva pagato troppo senza avere colpe. Non potevo permettere a nessuno di farmi del male o sminuirmi. Troppi erano stati i sacrifici fatti per arrivare dov’ero. Tre, furono i mesi di preavviso che diedi alla proprietà prima di andare via, mi sentivo in dovere di accompagnare quella nave in porti sicuri prima di continuare la mia strada. Dopotutto quel posto era anche figlio mio. Partí il 4 ottobre 2020, in piena tempesta di restrizioni, guardando mia moglie ed i miei figli salutarmi con il cuore in pezzi, ma purtroppo il mio senso di dovere da capo famiglia era più forte delle mie lacrime. Arrivato a Frick nel Canton Argau, paesino campagna e di frontiera al confine con la Germania, cominciai la mia avventura in terra stranieraPassai da essere capo di una brigata a giocatore singolo. Banco, forno, impasti, preparazione, pulizia e carico legna, sí perché un amico mi era rimasto, il forno a legna. Fù un momento veramente duro per me, pensavo veramente che tutti i miei sacrifici per affermarmi in questo mondo fossero stati vanificati dalla mia scelta. Un artigiano in crisi rischia di compromettere anche il suo prodotto che è lo specchio dell’anima, non potevo permetterlo. Mi rimboccai le maniche e andai avanti facendo quello che le mie mani sapevano fare meglio. Ruota di canotto in un piccolo paesino della Svizzera dove la gente era abituata a mangiare pizza croccante fu veramente una roulette russa, ma non passò molto tempo prima che la richiesta comincio ad aumentare vertiginosamente. In poco tempo il locale raddoppio i suoi numeri, addirittura cominciarono ad arrivare clienti da Zurigo, città a quei 80 km di distanza, che chiedevano pizze a tavola e qualcuna da portare a casa. Ero dinuovo in pista anche se mi mancava un teatro più grande per lo spettacolo. Sono un uomo di fede e ho sempre pregato per i miei bisogni, ed anche in quell’occasione pregavo, molto. Febbraio 2021 dopo 5 mesi dal mio arrivo in territorio elvetico e lontano dagli affetti, un fulmine si abbatté nella mia vita, come un onda dal mare in tempesta. Un annuncio trovato lì per caso: Cerchiamo uno chef pizzaiolo che sia in possesso dell’attestazione Avpn e che si occupi di gestione impasti e reparto in toto. La sede di lavoro e presso Zurigo. Wow pensai, sono io. Pochi giorni dopo ero al colloquio in questa grande struttura, che contava già 6 dipendenti in pizzeria, e che cercava disperatamente un capo per questi ragazzi che riuscisse a gestirli e a portare in alto il nome di questo locale che cercava risultati importanti e di affermarsi sul territorio già da qualche anno. Benvenuto nell’azienda San Gennaro mi dissero. In seguito sono venuto a conoscenza che San Gennaro, nella cultura cattolica, oltre ad essere il patrono di Napoli e anche il protettore degli emigranti. Era marzo 2021 ed in Svizzera come nel resto dell’Europa c’erano ancora restrizioni che vietavano ai clienti di sedersi a tavola, quindi il lavoro era esclusivamente per il take away. Era il momento di spingere, il locale faceva sulle 70/80 utenze al giorno ma in quel periodo la gente osannava il buon cibo, era un utopia date le condizioni, ero nel posto giusto al momento giusto. Ho sempre pensato che “ruota di canotto” fosse una figata, ma è facile farsi i complimenti da solo. Il pubblico mi diede ragione, fù un delirio. In 2 mesi passammo insieme alla squadra, che tra l’altro non era formata su quella tipologia di prodotto e quindi fu da formare in toto, a 200/250 utenze giornaliere. Non era finita, la voce si espandeva a macchia d’olio così che quando il governo diede il via libera alla riapertura delle attività ristorative, eravamo sulla bocca di tutta la città. Le utenze aumentavano di giorno in giorno. Feci l’esame per associare la pizzeria in AVPNArrivò quel marchio dopo che l’azienda lo cercava da tre anni, ma non fú l’unica sopresa. Una mail mi sconvolse la vita è recitava così. “Siamo venuti a conoscenza dell’ottimo lavoro che stai svolgendo, la tua pizzeria è stata selezionata dagli ispettori di 50top Pizza come tra le migliori in Europa”. Il cuore mi si geló. Dopo la tempesta arrivò il sole nella mia vita così raggiante che scaccio via tutta l’oscurità di quei mesi passati a penare. Da lì in avanti, non mi sono più fermato. 26º in Europa per 50top 2021 20° in Europa per 50top 2022 80° nel mondo per 50top world 2022 25 o in Europa per 50top 2023 In attesa del 50 top world 2023 1 spicchio per il gambero rosso international 2023. Oggi la mia famiglia vive a Zurigo da 8 mesi, Gennaio 2021, e posso dire con fermezza che il ricongiungimento familiare è stata l’evento che più ho desiderato nella mia vita. Il lavoro mi ha portato tante soddisfazioni, ma mi mancava sempre qualcosa. Questa nuova unione familiare mi ha dato la serenità per dare un ennesima svolta alla mia vita. Per un qualche piano di Dio, è successo che la proprietà del San Gennaro stia per cambiare. Sono felice di annunciare che da Ottobre 2023 la pizzeria dove adesso loca il San Gennaro cambierà gestione e quindi nome. Sta per nascere Da Pone “i figli di Napoli”, il MIO progetto, il MIO SOGNO, la rampa di lancio che con tutto il cuore ho desiderato. Un nuovo punto di inizio lo chiamerei. Come primo regalo ecco che arriva la convocazione a questo bellissimo evento ISCHIA SAFARI. Sono onorato di poter partecipare ad una manifestazione di tale risonanza, ne sono estasiato e ringrazio veramente di cuore per la possibilità datami. Sono pronto.

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Il Parco Negombo e L'Albergo della Regina Isabella si trovano ad Ischia, la splendida isola del Golfo di Napoli. Per informazioni su come arrivare e altre notizie tecniche ti invitiamo a contattarci!

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