Lino Scarallo
Chef Lino Scarallo
Lino Scarallo finge di fare lo Chef. In realtà è uno scugnizzo napoletano. Geniale, pirotecnico, con una vulcanica energia creativa che gli consente libertà sconosciute ai più nel mondo dell'alta ristorazione. Figlio della vera Napoli, non cresce tra tate e baby sitter, ma tra profumi e colori di un mondo che rischia di scomparire. Nasce nel quartiere Sanità. Comincia a conoscere i sapori a casa e per strada. Il padre fa il macellaio. Ma l'incontro con la cucina nasce per caso. A 10 anni i genitori vanno a mare a Maiori, in costiera amalfitana. La strada è tutta curve, salite e discese. Ed il piccolo Lino odia quella tortura in auto. Preferisce restare a casa dalla zia malgrado il caldo. Rassicura i genitori che sarà lui a cucinare, ed inizia i suoi esperimenti. La sopravvivenza diventa divertimento ed il divertimento passione.
A 13 anni si iscrive quindi all'Istituto alberghiero. Quando gli chiedono a casa di dimostrare cosa ha imparato decide di fare una frittata. Che però, nel tentativo di giro al volo, si spiaccica sul muro della cucina facendo sorridere tutti. Lino non si arrende. Durante l'estate le prime esperienze di lavoro. In Sardegna a Santa Teresa di Gallura, in Austria, in Belgio.
A 21 anni il primo lavoro in proprio. Apre un ristorantino a Panza, nell'isola di Ischia. Si chiama “La cantina del nonno” e oltre a stare in cucina sta anche in sala, a prendere le comande.
La svolta nella vita gastronomica di Lino, avviene a 23 anni quando diventa Chef del ristorante “La maschera” ad Avellino. Qui prende forma quella che sarà l'identità della sua cucina.
Nel 2006 l'incontro magico con Edoardo Trotta. Un imprenditore che sogna di riportare la grande cucina a Napoli. Da questo "matrimonio" nasce "Palazzo Petrucci". È uno straordinario successo. Dopo poco più di un anno arriva anche la stella Michelin. Il ristorante vive il pieno centro storico di Napoli con tutti i suoi colori e la sua vivacità. Poi a gennaio 2016 il trasferimento sulla baia di Posillipo difronte al Vesuvio, Capri e lo storico Palazzo Donn'Anna. In uno scenario da sogno. Qui la consacrazione come interprete straordinario non solo della cucina napoletana.
Dice di lui: "La mia cucina è la narrazione di una storia del Mediterraneo, dei suoi profumi, i suoi sapori, i suoi colori, la sua essenza, letta da un napoletano irriverente"