Roberto Proto
Sono nato a Zurigo il 14 gennaio 1972. I miei genitori, Trofimena Esposito e Salvatore Proto, originari della Costiera Amalfitana, si trasferirono in Svizzera nel settembre del 1969 per lavorare come domestici, presso un’importante famiglia di industriali svizzeri.
Mia mamma, figlia di un pescatore, iniziò a lavorare da adolescente come cameriera ai piani negli alberghi della zona, mentre mio papà a 13 anni svolse per la prima volta il lavoro di barista presso un locale di famiglia a Maiori; successivamente lavorò come cameriere negli alberghi-ristoranti della Costiera fino all’incontro presso l’ hotel Excelsior di Amalfi con un giovane imprenditore svizzero che gli propose di trasferirsi, con la moglie, presso la sua abitazione a Zurigo.
All’età di quattro anni sono rientrato in Italia con la mia famiglia che aveva ritirato un bar trattoria a Cavernago, in provincia di Bergamo, dove già si trovavano altri parenti.
Abitavamo nell’appartamento sovrastante il ristorante e con mio fratello Michele, di sette anni più grande, trascorrevo le giornate tra scuola e oratorio che si trovava a fianco della nostra abitazione. La campagna che ci circondava ci permetteva di vivere in molta libertà e spensieratezza , bastava un pallone e una bicicletta per farci divertire.
Nel 1982 i miei genitori decisero di trasformare il locale in ristorante pizzeria con l’aiuto di mio fratello, che imparò a fare il pizzaiolo; ed io all’età di 13 anni iniziai a girare le pizze per dare una mano soprattutto nel fine settimana.
Mia mamma mi raccontava che, già dalla preadolescenza, quando tornavo da scuola amavo entrare in cucina e preparami il pranzo da solo con tanta cura e passione che componevo dei piatti che invogliavano chi li osservava.
Terminata la scuola media e arrivato il momento di scegliere cosa fare nella mia vita, mia madre mi sconsigliò di rimanere a lavorare nel ristorante di famiglia e mi convinse a scegliere un percorso professionale diverso, che mi consentiva, a suo parere, di vivere una vita meno sacrificata. E così frequentai la scuola per parrucchieri che conclusi in tre anni, più uno di accademia. Durante il periodo di studi lavoravo come apprendista presso un negozio di parrucchiere da uomo in un paese vicino.
Non nego che questo lavoro mi piacesse, anzi, forse ciò che lo accomunava al lavoro in cucina era l’espressione artistica, l’amore per l’estetica e la manualità.
Ho lavorato per circa tre/quattro anni in un negozio di parrucchiere in centro Bergamo fino alla scelta di tornare a lavorare nel ristorante di famiglia.
Ho affiancato per diversi anni mia mamma in cucina, nel servizio del pranzo, mentre alla sera seguivo il servizio in sala. Il mio impegno è stato da subito importante e costante fino a che i miei genitori decisero, nel 1994, di lasciare la gestione del locale a noi figli; io seguivo la cucina e mio fratello Michele la pizzeria, con la collaborazione costante dei genitori che sono sempre stati presenti, come lo sono tutt’ora.
Nel settembre del 1995 ci fu’ un’ingresso importante che segnò la mia vita.
Bussò timidamente alla porta della cucina una giovane studentessa del mio paese che cercava lavoro come cameriera nel fine settimana per mantenersi gli studi… quella ragazza diventò mia moglie.
Maria ha lavorato con me dall’età di 18 anni, dopo la laurea in psicologia, il 31 agosto del 2005 ci siamo sposati.
Nonostante il suo percorso di studi, mia moglie ha scelto di seguirmi nel mio lavoro, condividendo con me l’entusiasmo e la passione che ci ha portato a crescere, diventando quello che siamo ora. Lei si occupa della sala e, avendo frequentato il corso di Sommelier, gestisce la cantina dei vini.
Nel 2002, mio fratello decise di intraprendere una strada diversa per aprirsi un suo locale ed è così che da tredici anni, con mia moglie, gestisco questo ristorante.
La pizzeria però iniziava a starci “un po’ stretta”, ovvero, la passione per la cucina e il desiderio di inserire piatti più attuali rispetto alla classica cucina di mare presente nei ristoranti-pizzeria, ci portò a fare una scelta radicale.
Nel giugno del 2007, con una ristrutturazione importante, cambiammo l’immagine e la natura del locale. La scelta di togliere la pizzeria non fu facile, perché il lavoro non mancava e la clientela era soddisfatta, ma il bisogno di esprimersi diversamente superò la paura del cambiamento.
Da quel giorno ad oggi abbiamo sempre lavorato con l’obiettivo di crescere, lavorando sempre con ottime materie prime ed impegnandoci con il cuore e con l’anima.
Ci sono stati diversi riconoscimenti e articoli su testate anche nazionali, tra cui il quotidiano La Stampa e il settimanale L’Espresso, fino all’ambita stella Michelin insignitaci il 4 novembre del 2014.